Priorità di conservazione

Poiché è quasi impossibile porre tutte le piante in conservazione ex situ, è necessario darsi delle priorità. Esistono delle liste di piante minacciate sia a livello nazionale sia a livello mondiale in cui sono indicate le categorie di rischio: questi documenti potrebbero essere un buon strumento per identificare le priorità di conservazione.

Dove queste informazioni non sono disponibili, è importante stimolare la loro stesura come un prerequisito per meglio pianificare la conservazione (Bowes, 1999). Una seconda priorità dovrebbe essere rivolta alle specie che sono progenitrici di piante economicamente importanti o di altre piante utili. I progenitori selvatici di specie utili sono spesso una fonte di materiale genetico (per esempio la resistenza a malattie) fondamentale per la sopravvivenza di quelle coltivate. Un’altra categoria importante è quella delle specie dominanti taluni ecosistemi, la cui perdita potrebbe causare l’estinzione di altre specie ad esse legate da stretti legami ecologici (rapporto pianta/impollinatore, ed altro).

Le ricerche sistematiche stanno portando ad una classificazione meglio definita delle specie, e ciò consente una scelta migliore delle specie più importanti da conservare. La posizione delle specie in un cladogramma  mostra le varie relazioni di parentela fornendo un ulteriore criterio per la scelta. Questo criterio è stato usato sia in botanica economica sia nella selezione di aree per riserve. Quando si scoprì che la castanospermina, trovata nei semi del Castanospermum australe (Castagno di Moreton Bay) (Australia), aveva proprietà contro il virus dell’AIDS, nacque l’interesse sulla presenza della sostanza in altre specie. Gli studiosi che lavoravano sulle Leguminose a cui venne chiesto di indicare i parenti più stretti di Castanospermum indicarono il genere tropicale sudamericano Alexa come il parente più stretto. Una seguente analisi condotta su Alexa dimostrò che questa conteneva castanospermina in maggiore quantità rispetto a Castanospermum. Tale scoperta sarebbe stata impossibile senza un buon lavoro di sistematica evolutiva (Bowes, 1999).
 

Al Natural History Museum di Londra è stato messo a punto un programma, chiamato Worldmap, per analizzare i dati sistematici a fini conservativi. Worldmap usa i dati di distribuzione delle specie per calcolare sia i centri di diversità sia i centri di endemismo. Il programma incorpora anche il cladogramma delle specie. Se due quadrati prossimi hanno un numero simile di specie, il cladogramma può indicare quale quadrato copre più linee evolutive e quindi quale è più importante da conservare.
 
Letteratura citata:
Bowes B.G. (1999). A Colour Atlas of Plant Propagation and Conservation. Manson Publishing, London.
Fonti:
Minuto L., Casazza G. (2006). Conservazione della diversità vegetale – Attività ed iniziative in Liguria. Microart’s S.p.A., Recco (Ge).
 

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