La protezione della biodiversità ha lo scopo di salvaguardare geni, specie, habitat ed ecosistemi. Ciò implica un meccanismo a catena dove per conservare i geni bisogna conservare tutte le popolazioni di una specie, la quale per essere mantenuta deve vivere in un habitat protetto, che si ottiene dalla salvaguardia dell’ecosistema a cui appartiene.
Preservare dalla degradazione habitat ed ecosistemi è quindi uno degli aspetti fondamentali di questa strategia e prende il nome di conservazione in situ, cioè nell’ambiente naturale. Un'altra componente dello stesso processo è quella di conservare in un ambiente artificiale (ex situ) le specie più a rischio, in modo da poterle successivamente reintrodurre nel loro habitat.
Le attività di conservazione ex situ sono svolte principalmente da banche del germoplasma, zoo e orti botanici.
I due approcci della conservazione sono complementari e andrebbero adottati insieme per condurre una strategia integrata. Sebbene lo scopo primario della salvaguardia sia la conservazione in situ, la conservazione ex situ è un utile supporto poiché fornisce materiale da reintrodurre nell’ambiente naturale.