Le prime forme di vita, comparse sulla Terra circa 4 miliardi di anni fa, erano organismi primordiali, singole cellule molto simili ai batteri. La comparsa (circa 1,5 miliardi di anni fa) della cellula eucariotica diede origine ad un ampio gruppo di organismi che oggi conosciamo sotto il nome di protisti. Si suppone che proprio dai protisti si siano poi originati i funghi, le piante e gli animali. Per un grande lasso di tempo, la vita sulla terra rimase confinata in ambiente acquatico, e solo a partire da 450 milioni di anni fa avvenne la colonizzazione delle terre emerse. I primi colonizzatori furono i muschi. A partire da questi pionieri si svilupparono le prime piante vascolari e successivamente le varie specie che ancora oggi popolano la terra.
La biodiversità del pianeta è il frutto di un’evoluzione, in cui sono comparse nuove specie e al tempo stesso altre si sono estinte. Quindi, non tutte le forme viventi che hanno abitato la Terra sono oggi presenti, in quanto molte di esse si sono estinte ed hanno lasciato spazio a nuove entità.
A partire da circa 30.000 anni fa, l’attività dell’uomo ha iniziato ad interferire con la biodiversità del pianeta, provocando modificazioni sia nella flora sia nella fauna. Oggi si calcola che il 40 % della produzione primaria totale degli ecosistemi terrestri sia utilizzata o dissipata dall’uomo per il suo sostentamento. Per produrre energia l’uomo trasforma sempre più gli ecosistemi naturali, come le foreste, in agrosistemi artificiali.
Se consideriamo che il 48 % di tutte le specie di piante del mondo sta nelle foreste o in aree limitrofe e che il 90 % di queste aree sarà disboscato nei prossimi vent'anni, possiamo capire come la diversità della vita sulla terra sia oggi davvero in pericolo.
Numeri del mondo vegetale
Le stime più attendibili indicano come 250.000 circa le specie di piante superiori presenti nel mondo. Raven (1987) stima che di queste 170.000 si trovino nelle regioni tropicali di cui 85.000 in America Latina, 35.000 in Africa e 50.000 in Asia. Le cinque regioni mediterranee – Bacino del Mediterraneo, sud-est Australia, California, Cile centrale, Regione del Capo in Sud Africa – ospitano dalle 45.000 alle 80.000 specie di piante (Heywood, 1994); di queste si stima che 27.000 – 35.000 siano endemiche (Quézel, 1985; Cowling et al., 1989; Myers, 1990; Greuter, 1991; Heywood, 1994; Bowes, 1999).
Letteratura citata:
Bowes B.G. (1999). A Colour Atlas of Plant Propagation and Conservation. Manson Publishing, London.
Cowling R.M., Gibbs Russell G.E., Hoffman M.T. & Hilton-Taylor C. (1989). Patterns of species diversity in Southern Africa. In Huntley B.J. (Ed.), Biotic diversity in Southern Sfrica: concepts and conservation. Oxford University Press, cape Town. pp. 19-50.
Greuter W. (1991). Botanical diversity, endemism, rarity, and extinction in the Mediterranean area: an analysis based on the published volumes of Med-Checklist. Botanical Chronicles 10: 63-79.
Heywood V.H. (1994). The Mediterranean flora in the context of world diversity. In Olivier L. & Muracciole M. (Eds.), Connaissance et Conservation de la Flore des Iles de la Méditerranée.
Myers N. (1990). The biological challenge extended: extended hot-spot analysis. Environmentalist 10: 243-265.
Quézel P. (1985). Definition on the Mediterranean region and the origin of its flora. In Gomez Campo C. (Ed.), Plant conservation in the Mediterranean area. Junk, Dordrecht.
Raven P. (1987). The scope of the plant conservation problem worldwide. In: Botanic Garden and the World Conservation Strategy. Proceedings of an International Conference, 20-30th November 1985, Las Palmas de Gran Canaria. Academic Press, London.
Fonti:
Minuto L., Casazza G. (2006). Conservazione della diversità vegetale – Attività ed iniziative in Liguria. Microart’s S.p.A., Recco (Ge).