Alla soglia di nuovo millennio, è venuto il momento di prendere importanti decisioni riguardanti il futuro della nostra società. Finora, decisioni distruttive, prese troppo superficialmente, hanno provocato un eccessivo sfruttamento dell'ambiente naturale, portando l'umanità verso una severa crisi dei valori. La tecnologia ha illuminato la strada della conoscenza allargando i nostri orizzonti, ma ha anche generato nuovi “bisogni” nella nostra società, portandoci ad un largo impiego di fonti di energia “non-pulita” e ad un serio depauperamento delle risorse naturali. La distruzione ambientale, provocata dall'inseguimento di una prosperità economica di breve durata, non è una questione puramente estetica, ma una seria minaccia all'esistenza stessa delle generazioni future. Il comportamento antropocentrico della società odierna sta compromettendo la continuità della vita stessa sulla Terra, minacciando di distruggere nell'arco di qualche generazione il bene più prezioso che abbiamo.
La vita esiste da centinaia di milioni di anni, se paragoniamo questo lasso di tempo ad un giorno di 24 ore, la comparsa degli esseri umani è avvenuta soltanto durante gli ultimi secondi. Questa prospettiva evolutiva rivela che la storia umana può essere seguita a ritroso soltanto per pochi millenni. La storia della vita, tuttavia, copre un arco di diverse centinaia di milioni di anni. La vita è esplosa e si è diversificata in una varietà incredibile di specie, le più adatte sono sopravvissute alla potenza della selezione naturale. Con la minaccia di estinzione che diventa ogni giorno più concreta, dobbiamo valutare seriamente se l'attuale crisi ambientale è una manifestazione delle tendenze suicide dell'umanità, o soltanto un picco verso il basso nella traiettoria che porta all'esigenza di una nuova coscienza sociale.
Molte delle minacce che incombono sul nostro pianeta sono dovute ad approcci errati adottati nei processi decisionali, approcci che non hanno tenuto conto delle ripercussioni “a lungo termine” sull'ambiente. Una percezione cronologica dei “tempi” della natura può diventare il punto di partenza per una politica più previdente in avvenire.
L'umanità fa parte della natura, dove il DNA (il codice genetico di ogni organismo vivente) è il link che collega tutte le forme di vita. Gli alberi, la nostra fonte di ossigeno, possono essere considerati i “polmoni” del pianeta. Il danneggiamento dei polmoni non è un fenomeno a se stante, ma provoca sofferenza al corpo intero. La simmetria e la bellezza della vita, presenti sia nell'infinitamente piccolo che nelle sue manifestazioni più imponenti, potrebbero diventare fonte di ispirazione e punto di forza per lo sviluppo di un futuro più armonioso. Un sistema di valori biocentrici potrebbe fornire i parametri necessari per elevarsi al di sopra degli interessi personali o nazionali, che destabilizzano la società.
Se è vero che il “rispetto” passa attraverso la “conoscenza”, una più approfondita conoscenza degli equilibri che regolano il bios, potrebbe portarci ad un maggior rispetto per la vita; questo processo però, per essere efficace, deve coinvolgere, come i fili di seta tessuti da un ragno, tutte le discipline che regolano la vita della nostra società, dall'etica alla legislazione, dall'economia alla scienza, dalla tecnologia alla teologia, dall'estetica alla storia alla diplomazia.
Il successo della società futura sarà basato sullo sforzo cosciente per eliminare le tendenze antropocentriche, che attualmente hanno condotto l'umanità ad un “impasse”. I Paesi dovrebbero usare questa occasione per sviluppare una nuova società integrata, in cui il rispetto per l'essere vivente sia il punto di partenza di ogni processo decisionale. Nuove etiche, una nuova legislazione, nuove strutture di governo, la cooperazione internazionale e un approccio più lungimirante nei processi decisionali possono essere la risposta alle sfide di questo millennio.