Quasi tutti gli studiosi di conservazione della natura sono concordi nell’affermare che i metodi migliori per conservare la diversità delle specie sono quelli che preservano gli habitat naturali nei quali le specie vivono e si riproducono. Le principali cause di estinzione sono infatti l’impoverimento e la degradazione degli habitat, seguito dal sovra-sfruttamento, dall’introduzione di specie esotiche e dall’inquinamento.
Un discorso a parte meritano i cambiamenti climatici poiché, sebbene sia certo che l’attività antropica li influenza, è molto difficile valutare il loro effetto diretto sull’ambiente.
Un importante strumento per la protezione degli habitat e quindi della biodiversità è l’istituzione di aree protette. In Italia il 10% del territorio nazionale è protetto grazie all’istituzione di parchi nazionali, parchi naturali regionali, riserve naturali, aree marine protette, zone umide ed altri tipi di aree.
Purtroppo l’istituzione di aree protette da sola non è sufficente allo scopo. Queste, infatti, quando circondate da territori antropizzati e spesso densamente popolati, sono paragonabili ad “isole”, invece dovrebbero essere sufficientemente estese da consentire la sopravvivenza di un gran numero di individui appartenenti ai taxa da proteggere. Ciò permette di conservare la variabilità genetica che sta alla base della capacità delle specie di evolversi e di adattarsi al mutare delle condizioni ambientali. Nasce quindi l’esigenza di creare e mantenere un’opportuna connettività ecologica tra i vari ambienti. Per minimizzare gli effetti negativi della frammentazione degli habitat, e grazie alle conoscenze acquisite negli ultimi anni nel campo dell'ecologia e della biologia della conservazione, le modalità di conservazione degli habitat sono state orientate verso un’organizzazione sempre più articolata e complessa dei territori da tutelare. Nascono così le prime reti ecologiche che collegano fra loro le aree protette in modo da garantire la sopravvivenza delle comunità biologiche e dei processi ecologici.
Naturalmente un comportamento responsabile da parte dell’uomo è determinante per la conservazione degli habitat naturali. Utile strumento per una maggiore responsabilizzazione delle nuove generazioni è l’educazione ambientale, mediante questa si può fornire conoscenza e consapevolezza dei rischi del deterioramento degli habitat naturali e quindi una sensibilizzazione di coloro che in futuro potrebbero causare danni all’ambiente naturale.
Fonti:
Minuto L., Casazza G. (2006). Conservazione della diversità vegetale – Attività ed iniziative in Liguria. Microart’s S.p.A., Recco (Ge).
Genmedoc, 2007. Sito www.genmedoc.org